Se le spese di casa sono gestite quasi al 100% dalle donne, raramente le mogli e le compagne hanno un ruolo da protagonista negli investimenti a lungo termine. Il 58% di queste signore in tutto il mondo delega al marito le decisioni finanziarie e solo una minima parte si occupa di pianificazione finanziaria a lungo termine, nonostante la ricerca di uguaglianza in altre aree della vita . Eppure se lo facessero, si metterebbero al riparo da possibili sorprese che arrivano da vedove o divorziate. Lo rivela Ubs Investor Watch, uno studio mondiale condotto sulle 3.700 donne con grandi disponibilità finanziarie (high net worth individuals) .
La studio
La ricerca ha voluto indagare il ruolo più o meno attivo delle donne (sposate, divorziate e vedove) in Brasile, Germania, Hong Kong, Italia, Messico, Singapore, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti nella gestione del loro patrimonio finanziario e nel prendere decisioni finanziarie che le riguardano.
Nel mondo l’85% delle donne ha la piena responsabilità o condivide in modo uguale con il coniuge la gestione delle spese quotidiane. Tuttavia, solo il 23% delle donne sposate si occupa di pianificazione finanziaria a lungo termine, come investimenti e assicurazioni. Il 19% delle donne condivide queste scelte con il compagno, mentre la maggioranza (59%) preferisce delegare queste responsabilità al partner.
Le differenze nel mondo
Sebbene in tutto il mondo la maggior parte delle donne deleghi al proprio partner le decisioni finanziarie di lungo termine, ci sono differenze quantitative tra i diversi Paesi. Ad esempio, a Singapore, Hong Kong e in Svizzera vi è un’evidente tendenza a delegare da parte delle donne, così come nel Regno Unito e in Germania, anche se in misura minore. In Italia e negli Stati Uniti, poco più della metà delle donne lascia fare al loro partner (52% e 54%). E sono ancora proporzionalmente poche le donne che prendono decisioni in completa autonomia: 19% in Italia contro il 22% di Regno Unito. e oltre il 30% di Messico e Brasile. In Messico e Brasile le donne sono più attive su questi temi dichiarando un livello di delega inferiore rispetto ad altri Paesi.
Più della metà di queste donne prende decisioni finanziarie di lungo termine insieme al proprio partner o in totale autonomia: il valore più alto tra tutti i Paesi presi in esame.
«Anche in Italia la grande maggioranza delle donne sposate (89%) e con disponibilità finanziarie elevate interviene in prima persona o condivide la responsabilità in modo uguale con il coniuge quando si tratta di spese quotidiane. Quando si tratta però di prendere decisioni a lungo termine a livello finanziario – ha commentato Paolo Federici, UBS GWM Market Head Italy – meno di 3 donne sposate su 10 prendono l’iniziativa. Per assumere un ruolo più attivo anche sugli investimenti e pianificare correttamente il loro futuro, le donne hanno necessità di comprendere più a fondo il quadro generale e la propria situazione finanziaria.
Il consulente di private banking può rappresentare un aiuto concreto nel dare risposta alla crescente esigenza delle donne italiane di essere sempre più protagoniste del proprio benessere finanziario». Tuttavia, secondo il manager nel contesto dei Paesi sviluppati, il trend in Italia è incoraggiante in quanto le decisioni finanziarie di lungo termine sono demandate esclusivamente al coniuge nel 52% dei casi contro il 60% della Germania, il 62% del Regno Unito e il 71% di Hong Kong.
Il perché della delega
Le ragioni della delega, parziale o totale, sono riconducibili ad un senso di inadeguatezza rispetto all’alto livello di conoscenza della materia finanziaria richiesto per prendere buone decisioni di investimento (73%), unito ad una tendenza a focalizzarsi sui bisogni più urgenti (85%). Non sempre i mariti sembrano essere di aiuto in questo percorso, visto che 7 donne su 10 affermano di essere state scoraggiate dal coniuge rispetto a un coinvolgimento attivo.
«Quando si confrontano i Paesi, emergono delle importanti differenze rispetto ai motivi che portano le donne a lasciar decidere i loro compagni – aggiunge Federici – .
Ad esempio, le donne brasiliane sono le più propense a delegare (93%) perché ritengono che i loro partner abbiano più conoscenze finanziarie, mentre le tedesche lo sono molto meno (57%). In Italia e Singapore le donne affermano di avere responsabilità più urgenti, mentre le donne svizzere dichiarano che il loro compagno non le ha mai coinvolte».
Le donne più giovani posticipano più di tutte le altre la pianificazione finanziaria. Un dato, questo, che indubbiamente sorprende. Al primo posto ci sono le giovani di Singapore che delegano nel 73% dei casi seguite dalle millenials residenti nel Regno Unito.
In linea con il trend globale e con un risultato per alcuni versi sorprendente, il protagonismo nella gestione risulta essere inversamente correlato con l’età. Sono infatti le donne più giovani (dai 20 ai 34 anni) a delegare maggiormente al proprio partner (65%), al fine di potersi dedicare ai propri progetti di vita famigliare o professionale. Tale dato scende al 36% nel caso delle donne over 50.
Di fronte alla gestione delle proprie finanze, il 71% delle donne italiane vedove o divorziate e con disponibilità finanziarie importanti dichiara di non essersi trovata finanziariamente preparata per la vita dopo il divorzio o dopo la scomparsa del coniuge. La maggior parte delle donne non percepisce il rischio a cui si espone disinteressandosi alle questioni finanziarie. Ci si rende conto solo in caso di divorzio o quando il loro compagno muore.
È proprio in questi momenti che molte di loro scoprono spiacevoli sorprese, come debiti nascosti o risparmi non adeguati al mantenimento del proprio tenore di vita. Con il senno di poi, il 76% delle vedove e delle divorziate avrebbe sperato di essere maggiormente coinvolta nelle decisioni finanziarie di lungo periodo durante il matrimonio. In base a queste esperienze, circa 8 donne su 10 (77%) consiglierebbero ad altre signore di avere un ruolo più attivo per tempo. Le donne in Messico e negli Stati Uniti sono quelle che esortano in modo più forte le altre donne ad agire subito. Molte donne hanno cercato sostegno in questi casi: quasi la metà (46%) di loro lo ha fatto rivolgendosi a un consulente finanziario, mentre il 33% ha scelto il proprio avvocato.
E qui arrivano altre sorprese: la maggioranza (58%) delle donne italiane vedove o divorziate dichiara inoltre di avere riscontrato una situazione finanziaria diversa da quella che si sarebbe aspettata. Quattro vedove o divorziate italiane su 10 hanno scoperto che il coniuge aveva fornito sostegno finanziario a qualcun altro nel corso della vita coniugale, mentre il 36% rileva che il coniuge aveva nascosto loro alcune spese. Con una nota più positiva, il 41% delle donne ha avuto la fortuna di scoprire di avere più risorse del previsto.
I consigli delle vedove e delle divorziate
Alla luce di queste esperienze, l’88% delle vedove o divorziate consiglia una migliore comprensione e una partecipazione più attiva alla pianificazione delle finanze familiari mentre l’86% suggerisce di prendere provvedimenti attivi per garantirsi una maggiore preparazione in materia. «Il 94% delle donne che condividono le decisioni finanziarie di lungo periodo con i partner sono più serene rispetto al loro futuro. Che sia per migliorarlo o per difenderlo, partecipare alla pianificazione finanziaria della coppia o della famiglia è un viaggio da fare al fianco di una controparte qualificata che possa aiutare sia dal punto di vista tecnico sia emozionale»- ha concluso Federici.