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Informazioni utili

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Reddito di Cittadinanza: online il manuale d’uso

Il Reddito di Cittadinanza, disciplinato dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, è un sostegno per famiglie in condizioni disagiate finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. Consiste in un beneficio economico accreditato ogni mese sulla Carta RdC, una nuova carta prepagata, diversa da quelle rilasciate per altre misure di sostegno.

Per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più persone di età pari o superiore a 67 anni, il Reddito di Cittadinanza assume la denominazione di Pensione di Cittadinanza.

Per sapere come si presenta la domanda, quali sono i requisiti, gli adempimenti e l’importo, e per avere ulteriori informazioni su questo beneficio economico, è possibile consultare il Manuale Reddito di Cittadinanza (pdf 951KB).

 

Fonte: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=52408

05 Febbraio 2019

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Concorsi pubblici: partono le assunzioni al Ministero dei Beni Culturali

16 febbraio 2019 – Il MIBAC è alla ricerca di personale e in vista di nuove assunzioni, per il 2019 sono previsti concorsi pubblici.

Colmare la carenza di personale lì dove è necessario e mantenere aperti musei, parchi, biblioteche e tutti i luoghi che sono gestiti dal Ministero dei Beni Culturali: questo l’obiettivo principale che si è prefissato Alberto Bonisoli. Come sottolineato dallo stesso Ministro, tra le priorità da affrontare ci sono la mancanza di personale qualificato e la messa in sicurezza dei beni. Non perde dunque tempo Bonisoli che fin dal momento del suo insediamento, si è preoccupato di organizzare un piano di assunzioni ad hoc che riguarderà in particolar modo le regioni del Sud Italia e che partirà al più presto.

“Già dalla prima finanziaria che incardineremo in autunno – afferma il Ministro – metteremo dentro le risorse per rendere questo piano di assunzioni stabile nel tempo”. Le figure professionali verranno assunte tramite concorso pubblico e dovranno avere una preparazione idonea al ruolo che svolgeranno, in quanto non solo dovranno essere i “custodi” dei luoghi in cui presteranno servizio, ma dovranno essere pronte a fornire informazioni e spiegazioni riguardo agli stessi, ai visitatori.

Il concorso per lavorare presso il MIBAC è stato inserito all’interno dei numerosi concorsi pubblici previsti nel 2019 e pubblicati nella Legge di Bilancio il 29 dicembre scorso.

Il bando prevede assunzioni di diplomati e laureati per ricoprire i profili di assistenti e di funzionari, per un totale che si aggira tra i 4.000 e i 6.000 posti. Stando a quanto definito, i concorsi verranno banditi e poi svolti nel corso del 2019, mentre le assunzioni verranno effettuate negli anni 2020 e 2021. I posti riservati ai profili ricercati sono così suddivisi:

  • 500 persone con qualifiche non dirigenziali. Di queste, 250 saranno appartenenti all’Area III, posizione economica F1 e le restanti 250, saranno appartenenti all’Area II, posizione economica F1 per l’anno 2020;
  • 500 persone con qualifiche non dirigenziali. Di queste, 250 saranno appartenenti all’Area III, posizione economica F1 e le restanti 250, saranno appartenenti all’Area II, posizione economica F1 per l’anno 2021.

Oltre a questi posti, ne sono previsti un altro migliaio per ricoprire la figura di assistente: in questo caso fanno fede i concorsi autorizzati in precedenza.

 

Fonte: https://quifinanza.it/lavoro/concorsi-pubblici-partono-assunzioni-ministero-beni-culturali/256807/

16 Febbraio 2019

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Auto tra bonus ed Ecotassa: le mosse giuste per l’acquisto

Chi vincerà a fine mese? I concessionari, che in questi giorni spingono per vendere le auto (soprattutto a benzina) destinate a essere soggette all’ecotassa a partire dal 1° marzo? O i clienti, che invece sono tentati di scommettere sulla possibilità di trovare quelle stesse auto proprio a marzo, offerte come vantaggiosissime km zero dagli stessi concessionari che, non riuscendo a piazzarle in tempo utile, le avranno immatricolate intestandole alle loro aziende proprio a fine febbraio per sottrarle all’ecotassa?

GLI ESEMPI PER CAPIRE QUANTO PESANO LE NOVITÀ SUI PREZZI
Alcuni dei modelli soggetti a ecobonus o ecotassa (Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore del Lunedì)

Oggi non si può dare risposta certa: il mercato è libero e l’esito dipenderà soprattutto dall’abilità dei venditori e dal grado di informazione dei clienti. Si può però vedere come cambiano i criteri di scelta dell’auto con le nuove norme, che non solo penalizzano i modelli che emettono più CO2, ma contengono anche incentivi per quelli elettrici e per i più ecologici tra gli ibridi. Alcuni esempi sono nell’infografica a destra. Inoltre, si possono dare consigli su come evitare – quando possibile – di incappare nell’ecotassa (si vedano anche gli altri articoli di queste pagine). Il tutto con la premessa che per ora sia l’ecobonus sia l’ecomalus sono a termine: la loro fine è prevista per il 31 dicembre 2021. Quando l’offerta sul mercato sarà molto cambiata.

Le scelte per dribblare l’ecotassa

Il criterio in base al quale scattano i malus e i bonus – istituiti per ragioni ambientali – è la quantità di grammi di CO2 emessi (si veda qui a sinistra). Che sono direttamente proporzionali ai consumi di combustibile. Quindi sono favorite le auto a gasolio, che infatti incappano nell’ecotassa solo in pochi casi: suv di lusso (e nemmeno tutte) e qualche versione top di grosse station wagon, se gravata dalla trazione integrale. Ma il diesel resta il primo bersaglio dei divieti di circolazione nelle grandi città, paradossalmente sempre per motivi ambientali (si veda in basso nella pagina a fianco).

Le auto a benzina, comunque, non sono messe così male come potrebbe sembrare: un po’ per i ritocchi all’ecotassa fatti in corsa dal Governo per non penalizzare troppo l’industria nazionale e un po’ grazie ai tagli ai consumi che molti costruttori hanno già ottenuto investendo più tempestivamente per adeguarsi al limite di 95 g/km stabilito dalla Ue per il 2021, finisce che la maggior parte dei modelli non sfora i 160 g/km fissati come soglia massima per essere esenti dall’imposta. Succede anche per auto di pregio e grandi dimensioni come i grandi classici dei marchi premium tedeschi (Audi A4 e A6, Bmw Serie 3 e Serie 5, Mercedes Classe C e Classe E), toccati solo in alcune versioni d’impronta sportiva già normalmente poco diffuse in Italia.

PER SAPERNE DI PIÙ / Auto, la retromarcia di Di Maio: ecotassa corretta per «salvare la Panda»

Al contrario, vetture più compatte ed economiche ma meno aggiornate possono incappare nell’ecotassa, come accade alle uniche versioni 1.4 a benzina rimaste per ora nel listino dell’Alfa Romeo Giulietta. Per il consumatore, non è un gran problema: la concorrenza è ampia e quasi tutta esente dall’ecotassa. È pure possibile che i modelli tassati siano poi offerti con maggiori sconti. Senza contare che quando non si è troppo distanti dalla soglia critica si possono apportare ritocchi per non superarla. La Fiat 500L 1.4 Cross nei giorni scorsi è stata riomologata, passando da 161 a 154 g/km; Fca fa sapere che ciò è avvenuto nell’ambito del miglioramento generale del prodotto.

Le alternative a gas

Generalmente le versioni a Gpl sono più lontane dalla soglia di malus. Va ancor meglio per quelle a metano. Ma per ora l’offerta di auto a gas è ristretta: alcune sono ancora in corso di riomologazione secondo il nuovo ciclo Wltp obbligatorio da settembre scorso e quindi non sono in listino.

C’è anche l’usato recente

Per chi proprio avesse la necessità o la passione per una determinata auto e non fosse più in tempo per acquistarla e immatricolarla entro il 28 febbraio, c’è pur sempre l’alternativa dell’acquisto di un usato recente: le formule di garanzia fornite dalle case automobilistiche sono spesso molto buone, soprattutto nelle loro versioni top. Basta stare attenti a verificare che l’esemplare scelto sia coperto proprio da esse e non da altre garanzie disponibili presso lo stesso venditore.

Va poi controllato se l’auto scelta sia stata immatricolata per la prima volta all’estero. In questo caso, per evitare l’ecotassa va targata in Italia entro fine mese.

Il bonus costa ma la casa può contribuire

Arrivare a fruire degli incentivi non è facile: occorre restare sotto i 70 g/km. Quindi scegliere un’auto o elettrica o al massimo ibrida plug-in. Cioè in ogni caso con batterie che consentano di percorrere con la sola energia elettrica almeno una decina di chilometri. Quindi batterie che aggiungono molto peso e, soprattutto, costi di produzione. Più delle ibride “classiche”, che infatti sono più abbordabili (infatti la Toyota Yaris ora è diffusa) ma sforano i 70 g/km.

Ecco il motivo principale per cui elettriche e ibride plug-in hanno prezzi molto superiori a quelli dei modelli di pari dimensioni e prestazioni con motori tradizionali: per esempio, auto medie come una Volkswagen e una Toyota Prius costano di listino sui 40mila euro, quasi il doppio di altre auto paragonabili con motore termico. E più o meno quanto un’Alfa Romeo Giulia a gasolio.

Il bonus serve proprio a colmare parte di questa differenza. Come si è già fatto all’estero, soprattutto nel Nord Europa. L’esperienza di questi Paesi insegna che le case automobilistiche, di fronte a incentivi pubblici, forzano i prezzi di listino con sconti mai visti. Si può prevedere che altrettanto accadrà in Italia: i 6mila euro di bonus statale sono tanti in assoluto ma insufficienti a rendere popolari le auto elettriche e plug-in

A quel punto, resteranno solo due possibili controindicazioni, legate alla ricarica: la difficoltà di fare lunghi viaggi e la scarsa disponibilità di colonnine a casa o al lavoro. Ma ora ci sono detrazioni fiscali anche per nuovi impianti di ricarica.

 

Fonte:  https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-02-16/ecotassa-auto-chi-vince-e-chi-perde-test-1-marzo-102651.shtml?uuid=ABfcLtTB

18 Febbraio 2019

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ISEE: modifica periodo validità Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU)

L’articolo 10 del Decreto legislativo 147 del 2017 ha previsto che la Dichiarazione Sostitutiva Unica ( DSU), utile ai fini dell’ ISEE, è valida dal momento della presentazione fino al successivo 31 agosto.

Il decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, in corso di conversione, ha modificato tale disposizione, prorogando al 31 dicembre 2019 il periodo di validità delle sole DSU presentate dal 1° gennaio 2019 al 31 agosto 2019.

Pertanto, alle DSU presentate nell’anno 2019, a legislazione vigente,si applicano le seguenti regole: le Dichiarazioni Sostitutive Uniche ( DSU) presentate dal 1° gennaio al 31 agosto 2019 sono valide dal momento della presentazione sino al 31 dicembre 2019 (ad es., unaDSU presentata il 10 febbraio 2019 è valida dal 10 febbraio 2019 al 31 dicembre 2019). Si precisa che le DSU già attestate che recavano data scadenza 31 agosto 2019 sono state aggiornate sul portale con la nuova data di scadenza. Pertanto, le attestazioni ISEE, già rilasciate, con data scadenza del 31 agosto 2019 devono essere considerate valide e con scadenza 31 dicembre 2019.

Le Dichiarazioni Sostitutive Uniche ( DSU) presentate dal 1° settembre 2019 sono soggette alla disciplina generale, per cui sono valide dal momento della presentazione al successivo 31 agosto (ad esempio, una DSU presentata il 1° ottobre 2019 è valida dal 1° ottobre 2019 sino al 31 agosto 2020).

 

 

Fonte: https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=5242

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Colloquio di lavoro: tutti gli errori da non commettere

Cosa indispettisce di più un selezionatore? E cosa fa fuggire un candidato nel corso di un colloquio?

Lasciamo per un momento da parte le soluzioni tecnologicamente più avanzate (per esempio l’intelligenza artificiale) oggi impiegate per le attività di recruitment e concentriamoci sui fattori che determinano il buon esito (o il cattivo esito) di un incontro finalizzato all’assunzione di una nuova figura in azienda. Vi sono comportamenti che non sono tollerati, da una e dall’altra parte?

Giudicata pessima è anche l’idea di dare la colpa ad altri per giustificare eventuali insuccessi lavorativi o incidenti di percorso (voce espressa nel 52% dei casi e riflesso di una scarsa capacità di autovalutazione e autocritica) e sicuramente poco tollerato è anche il fatto di arrivare in ritardo (lo evidenziano i 39% dei selezionatori), anche nel caso in cui ci sia una motivazione valida. Altre “pratiche” da evitare sono inoltre quella di parlar male del vecchio capo e degli ex-colleghi, di esibire atteggiamenti troppo amichevoli (come il dare del tu) e poco rispettosi e di avere un linguaggio poco appropriato per il contesto.

Da non sottovalutare, infine, anche se menzionati da una minoranza dei selezionatori, i rischi che si corrono nello svicolare le domande, dando l’impressione di non avere una risposta adeguata e di non essere troppo preparati, o per contro l’essere troppo prolissi, aggiungendo informazioni superflue che potrebbero distogliere l’attenzione dai punti davvero importanti.

Dal punto di vista dei candidati, invece, al primo posto della lista degli atteggiamenti non sopportati c’è il dare poche informazioni sull’azienda ed essere evasivi e poco chiari sul tipo di posizione ricercata. È di questa idea il 43% dei profili oggetto di studio, mentre il 40% non tollera l’essere guardati con aria di superiorità e il 35% l’avere a che fare con un interlocutore che guarda il cellulare. Inespressività totale di fronte a ogni cosa che viene detta e impreparazione sul curriculum vitae sono altri due errori che i candidati affermano di non voler lasciar passare inosservati. Non è invece giudicato stonato, nei selezionatori, l’informarsi su interessi extra lavorativi o legati alla sfera personale del candidato: di questa idea sono solo il 14% di chi affronta un colloquio di lavoro con l’obiettivo di un’assunzione.

Fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/management/2018-11-06/colloquio-lavoro-tutti-errori-non-commettere-174129.shtml?uuid=AEiEaabG

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Reddito di cittadinanza, corsa al posto per 6.000 navigator

In arrivo 6mila assunzioni dei navigator previsti dal reddito di cittadinanza. Si tratta di quei professionisti, che saranno contrattualizzati dall’ANPAL, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro per gli anni 2019 e 2020, e avranno il compito di seguire personalmente i beneficiari del reddito di cittadinanza nella ricerca di lavoro, nella formazione e nel reinserimento professionale.

Il contratto sarà di collaborazione biennale, sebbene l’esecutivo abbia intenzione di stabilizzarli dopo aver reperito nuove risorse.
Per quanto riguarda la procedura di reclutamento, si attende la pubblicazione del bando sul sito ANPAL.

Sarà presumibilmente necessaria una laurea magistrale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione.

Accantonata l’idea di un concorso, che non consentirebbe ai professionisti di entrare a regime nei tempi previsti, la selezione si annuncia particolarmente snella, per titoli e colloqui. Saranno necessarie competenze specifiche per operare sul mercato del lavoro italiano, dalla legislazione alle regole fino alla capacità di incrociare domanda e offerta di lavoro. A seguito della pubblicazione della graduatoria, si passerà a formalizzare e contrattualizzare.

I navigator dovrebbero entrare in campo tra maggio e giugno e, dopo l’assunzione, scatterà un periodo di formazione sul campo di 6/8 mesi. Il decreto legge istitutivo del RdC, infatti, ha previsto per le assunzioni dei navigator uno stanziamento di 200 milioni di euro per il 2019 (250 milioni per il 2020 e 50 per il 2021).

Per quanto riguarda la retribuzione, dovrebbe oscillare intorno ai 30mila euro lordi annui, che si traducono in circa 1.700/1.800 netti al mese, contribuzione esclusa. Si attendono circa 50/60mila domande.

Fonte: https://quifinanza.it/lavoro/reddito-di-cittadinanza-corsa-al-posto-per-6-000-navigator/253254/

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